…Francesco Bravo, dotato di una brillante tecnica e di tocco chiarissimo, ha affrontato ogni brano con grande gusto e proprietà di stile, derivatigli da una solida preparazione storico-filologica, risultato non di semplice studio accademico, ma risposta ad una più profonda "curiosità" culturale. Inoltre la fantasia e temperamento (qualità indispensabili per dare linfa vitale a ciò che sarebbe altrimenti ascrivibile ad una conoscenza semplicemente scientifica) hanno fatto "rivivere" la musica che in molte esecuzioni resta irrimediabilmente sulla carta…

Enrico Viccardi "IL CITTADINO" Maleo (MI) 8 maggio 1987


… il giovane organista di Treviso Francesco Bravo, sicuramente uno dei migliori interpreti italiani della nuova generazione, per il repertorio organistico italiano…. Abbiamo ascoltato ciò che fino a vent'anni fa sarebbe stato impossibile pretendere in campo interpretativo da un musicista così giovane; è la prova, innanzi tutto, che i frutti derivanti dalla generazione dei "pionieri" dell'interpretazione basata sullo studio della prassi esecutiva si cominciano a cogliere (e sono frutti più gustosi, più maturi, di quelli della prima generazione!); è anche la prova che oggi il processo di assimilazione (e penso proprio ad un far proprie, digerendole, alcune lezioni di stile, e non ad uno stupido ricopiamento) avviene in tempi più rapidi. Francesco Bravo ha dimostrato, oltre ad una solida preparazione tecnico-esecutiva e ad una invidiabile sicurezza, un gusto ineccepibile durante tutto il corso del programma che toccava vari periodo della letteratura organistica italiana… L'augurio, per lo scenario musicale italiano, è che gli altri musicisti (strumentisti, ma soprattutto cantanti) operanti in Italia sappiano in breve tempo raggiungere le vette interpretative di organisti quali Francesco Bravo…

Giuseppe Clericetti "IL QUOTIDIANO" Lugano (CH) 27 ottobre 1988


…Francesco Bravo ha eseguito un programma in cui era evidente un proposito definito con gusto: il passaggio dal Rinascimento al Barocco con tutti i motivi di continuità e di diversità attraverso il costante confronto, nelle varie fasi cronologiche, fra autori più o meno coevi ma appartenenti l'uno all'area italiana, l'altro all'area spagnola. Così Cabezon era accostato a Gabrieli, Frescobaldi ad Arauxo, Salvatore a Bruna. Lo sviluppo del linguaggio nelle due componenti sia cronologica, sia culturale ha trovato nell'esecuzione di Bravo una puntuale illustrazione; e le idealità di equilibrio rinascimentale si illuminavano diversamente nei due autori messi a confronto, come gli estri fantastici degli autori successivi: Ci limitiamo a ricordare il linguaggio frescobaldiano che, colto nella varietà delle sue figurazioni nella Toccata con felice estroversione, si caricava di tensione nel procedere essenziale e nella concentrazione di un fraseggio sapientemente dosato da Bravo, che poi si abbandonava nelle Glosas di Arauxo a reinventare continuamente il canto nelle sue "diminuzioni". Un Tiento di Bruna, che l'interpretazione di Bravo ha individuato nell'ossessività delle sue proposte, ha concluso in modo travolgente un concerto che ha avuto accoglienze caldissime.

Gianfranco Ferrara "IL GAZZETTINO" Treviso 22 maggio 1991


…All'uso sapiente e raffinato delle risorse timbriche dell'organo, Francesco Bravo, …, ha aggiunto una notevole perizia tecnica, costantemente richiesta dall'impegnativo programma incentrato sulla produzione tedesca. Pagine di grande suggestione, di notevole contenuto espressivo oltre che tecnico, di autori noti e notissimi, appartenenti al ricco panorama della musica per organo germanica, toccate, fantasie, preludi, corali, ciaccone e fughe di Scheidt, Froberger, Buxtehude, Muffat e Bach, hanno costituito il fertile terreno musicale sul quale è letteralmente fiorita la fantasia esecutiva del saldo interprete veneto. Quanto infatti è costantemente emerso da un punto di vista più strettamente interpretativo è il senso del fraseggio rigoroso, ma al tempo stesso libero di seguire l'estro della scrittura, la cui dimensione improvvisativa spesso connotava le varie fasi delle composizioni proposte. Un gusto, o meglio una sensibilità, o se si vuole un'intelligenza interpretativa fondamentale nell'organista che non voglia limitare al puro sfoggio virtuosistico le sue esibizioni, e che voglia mantenere a governo delle sue scelte esecutive la chiarezza comunicativa…

Sergio Fornoni "L'ECO DI BERGAMO" 26 novembre 1991


(recensione al CD "Non Clamor Sed Amor Resonat In Avre Dei" volume I)

… La scelta dei brani di Francesco Bravo appare ottima: le musiche si adattano perfettamente allo strumento, e sono tutte opere di compositori che hanno gravitato nell'area della Germania settentrionale. Bravo dimostra nel disco tutta la ricchezza di generi e di forme della musica organistica tedesca, da quelle libere (toccate, fantasie, preludi…) alle variazioni sui corali. L'interpretazione è rigorosa e spigliata, con una lettura continuamente proiettata in avanti, senza indugi manieristici. Il contrappunto appare chiaro nelle sue linee e la scelta della registrazione è brillante e fantasiosa…

Graziano Capponago Del Monte "CD CLASSICA" novembre 1997


…il programma proposto dall'organista Francesco Bravo nel concerto di collaudo e di inaugurazione del nuovo strumento comprendeva composizioni di Buxtehude, il più grande degli organisti prebachiani della Germania del Nord e poi Bach con brani che risentono l'influsso dei modelli nordici a cui il giovane organista di Eisenach guardava dopo le esperienze riportate a contatto con gli organisti attivi nelle grandi chiese di Amburgo, di Lüneburg, di Lubecca. I due autori in programma, Buxtehude e Bach, erano colti nella relazione stilistica fra loro, sia nel genere "libero" del Preludio e fuga, sia in quello legato al Corale, in particolare al corale ornato reso da Bravo con un fraseggio vivo, parlante che trovava poi materia per esprimersi sia nel Preludio in fa diesis minore di Buxtehude, sia nel Preludio e fuga in sol minore di Bach, con quella appena percettibile libertà agogica degli inizi. Un'esecuzione trascinante è seguita poi delle sezioni fugate in Buxtehude e della Fuga bachiana con un tema di carattere nordico e la conclusione in stile toccatistico. Impressionante sempre il Te Deum di Buxtehude…Accoglienze molto calorose…

Gianfranco Ferrara "IL GAZZETTINO" Treviso 28 giugno 2000


(recensione al CD "Variazioni Goldberg" J. S. Bach)

…Le ardue difficoltà delle 30 variazioni, vero campionario delle possibilità tecniche della tastiera, sono state agevolmente superate da Bravo. L'esecutore, imprimendo a ciascun brano vivacità e varietà di fraseggio e di colore, ha mostrato di saper sfruttare abilmente le risorse timbriche e di sonorità dell'ottimo strumento nell'interpretare con acutezza sia i momenti lirici sia quelli basati sulla astrattezza del gioco polifonico.

Gianfranco Ferrara "IL GAZZETTINO" Treviso 6 gennaio 2000


(recensione al CD "Sonate in Trio" J. S. Bach)

Questa interessante e ben riuscita registrazione propone sei sonate in trio di J. S. Bach, di cui tre sono tratte dai celebri Orgeltrios… In questa versione i due validi interpreti assegnano al cembalo una delle due parti superiori oltre alla linea del basso, dando cosi allo strumento un ruolo pienamente concertante e di grande impegno…Tutte scelte che rendono ancora più arduo e carico di responsabilità il compito dei due strumentisti, che da soli devono sostenere le splendide, ma spesso complesse architetture disegnate da Bach in queste sonate; possiamo affermare che tale impegno è portato a termine in modo soddisfacente e convincente. G. Furlanetto si fa apprezzare per il bel suono del suo flauto, …, nonché per una tecnica sicura e agile e un fraseggio sempre molto chiaro e puntuale; anche l'intonazione è precisa e dà la misura di una solida preparazione tecnica affiancata a buon gusto ed espressività. L'impegnativa parte del cembalo è eseguita con perizia e accortezza da F. Bravo; in particolare è da sottolineare dell'uso che fa della tastiera per sopperire alle naturali manchevolezze del cembalo quando questo si trova ad eseguire la parte di uno strumento melodico, sia esso flauto o violino. L'impossibilità di sostenere il suono rende difficoltosa la prova, che va quindi affrontata utilizzando a pieno tutte le risorse tecniche e stilistiche di cui l'interprete dispone…L'insieme dei due strumenti è sempre buono ed equilibrato, senza sbavature e musicalmente convincente… è da sottolineare la splendida esecuzione della Sonata BWV 1039.

Gianpaolo Capuzzo "CD CLASSICA" aprile 2000


(recensione al CD "Opus Joseph Bonatti Xni 1713")

Il CD dell'etichetta italiana Phoenix ha come intento quello di celebrare la bellezza dell'organo storico costruito nel 1713 dal maestro organaro Giuseppe Bonatti per il Santuario della Beata Vergine di Valverde a Rezzato in provincia di Brescia. Effettivamente l'organo protagonista merita tutta la nostra attenzione: lo strumento è splendido, dotato di personalità e lussuosamente registrato a 24 bit. La scelta degli autori, come spiega il libretto scritto dall'interprete, è stata dettata semplicemente perché reputati i più adatti a "far suonare l'istromento" per dirla all'antica. A parte il dubbio (lecito, una volta sentite le prime note) che qualsiasi autore sarebbe stato l'ideale vista la bellezza dello strumento, la scelta è bella, le musiche di grande livello e gli autori spaziano dal veneziano Gabrieli al messinese Storace, dal toscano Pasquini ai tedeschi Speth e Froberger, al boemo "romanizzato" Kerll. Autori che coprono un periodo di un centinaio d'anni, tra la fine del XVI secolo (Gabrieli) sino alla fine del successivo (Kerll), presentati in ordine cronologico e che mostrano una panoramica delle forme musicali più in voga nella letteratura organistica: toccate, fughe, canzoni, ricercari, passacaglie, arie variate, balli. Chi scrive è sempre d'accordo con le miscellanee, che offrono varietà all'orecchio di chi ascolta, e quindi ho trovato piacevolissima questa raccolta, che ben si presta comunque, non so se consapevolmente o inconsapevolmente, a evidenziare le varie influenze reciproche delle scuole nazionali europee. …
Francesco Bravo, anche coautore delle note di copertina, suona questo splendido strumento con bello stile, spaziando nei vari affetti della musica secentesca europea, realizzando una registrazione veramente piacevole all'ascolto. …

Andrea Lausi "COMPACT DISC CLASSICS" febbraio 2004